Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore;
il dottore si ammalò
ambarabà ciccì coccò
La prima è stata lei, mamma. Che ci ha detto, allorafacciamolaconta. Perché noi non volevamo decidere, chi dovesse fare cosa. O chi dovesse scegliere, cosa fare. O chi dovesse cominciare, a fare una cosa. E così, abbiamo fatto la conta. Ambarabà ciccì coccò, e a decidere è stata la conta.
E adesso la facciamo sempre anche noi, la conta. O meglio, la faccio io. Recitando le parole, e agitando le dita. Un po’ di qua, e un po’ di là. Filippo e Sofia, e Sofia e Filippo. Prima a me, e poi a lei. Ambarabà ciccì coccò, e decidono le civette.
Ma poi, ha voluto cominciare a farla anche lei, Sofia, la conta. Forse perché quando la facevo io, vincevo sempre io. E lei se ne è accorta. E ha deciso che non le andava mica tanto bene, così. E allora, ha cominciato a dire ioio,faccioio! Però lei non le ha mica imparate tanto bene le parole, e non ha capito come deve fare ad agitarle, le dita. Lei dice solo ciccì coccò, comò, amore, figlia del dottore. E poi dice vincioio! Comincioio!
Ma non è mica così, che si fa la conta. Io glielo ho spiegato, ma lei continua a fare come vuole. E allora io non voglio più che la fa lei, la conta. La voglio fare solo io, che lo so come si fa. Perché io sono grande, e le so fare, queste cose. Eh già, le so fare. E cosa ci devo fare, se esco sempre io? Non è mica colpa mia, eh?
Qualche volta però la fa anche la ammala conta. Quando io decido che vince sempre Filippo, e Sofia vorrebbe che vincesse Sofia. Allora la mamma dice questavoltalafaccioio! e fa vincere un po’ me, e un po’ Sofia. O fa vincere me, se quel giorno sono stato bravo, o Sofia, se quel giorno è stata un po’ triste. Perché quando la fa la mamma, la conta, vinco un po’ io, e un po’ Sofia. E invece, quando la faccio io, vinco sempre io. E quando la fa Sofia, vince sempre Sofia. Non trovate anche voi che sia un po’ strana questa cosa, eh?